Continuiamo a ripercorrere il bellissimo insegnamento sul Lignaggio dei Serkong che Serkog Dorjee Chang III° ha dato in diretta dal Gaden Jam Ghon Ling (Serkong monastery), presso Swayambhunath, in Katmandhu.
….Bene, andiamo adesso a vedere assieme il tema che mi è stato richiesto, di parlare, cioè, del lignaggio dei Serkong.
Per quel che riguarda Serkong Dorjee Chang, io sono il terzo Serkong Dorjee Chang, quindi prima di me c’è stato il secondo Serkong Dorjee Chang e il primo Serkong Dorjee Chang.
Voi, in qualità di Centro ScinGiang, avete una forte relazione con Tsenshab Serkong Rinpoche e, per l’esattezza, con Tsenshab Serkong Rinpoche II°, che è, quindi, la reincarnazione di Tsenshab Serkong Rinpoche I. Perciò, andremo a vedere anche le relazioni tra i due lignaggi dei Serkong.
Parlando di Serkong Dorjee Chang, Serkong Dorjee Chang I°, inizialmente, si chiamava Serkang, ossia, tradotto letteralmente, “La casa dorata”, Serkang Tulku; e successivamente, poiché faceva parte del Tazan ( luogo dove si è nati)di Serkong, venne chiamato Serkong Rinpoche. Questo perché Serkong Dorjee Chang I° inizialmente era stato riconosciuto come la reincarnazione di Serkang Dorjee Chang, un grande lama della regione dell’Amdo, perciò era stato chiamato come lui per questa ragione.
Quindi, Serkong Dorjee Chang I° venne chiamato Serkong più o meno all’età di 30 anni, ma inizialmente non era ancora Serkong Dorjee Chang, bensì solo Serkong Rinpoche. Il padre di Serkong Rinpoche I° discendeva dalla famiglia del decimo Dalai Lama, mentre sua madre era una donna del Butan.
Quando Serkong Rinpoche era piccolo, all’età di circa quattro anni si ammalò, e poiché il lama radice della loro famiglia era il Gaden Tripa di quel momento, che si chiamava Ngawang Norbu, i suoi genitori lo portarono da lui, per chiedere che lo aiutasse a guarire.
Poi, grazie al fatto che il Ganden Tripa li aveva aiutati a guarire il bambino, e poiché per loro era difficile tenerlo e allevarlo, glielo affidarono.
Insomma, quello che accadde fu che il bambino ( Serkong Rinpoche) era esanime, era in fin di vita, aveva smesso di respirare. Il Gaden Tripa, quando ebbe il bimbo davanti a sé, prese la capala che conteneva un nettare e fece questa gestualità (quella che avete visto fare da Rinpoche), cioè pose la capala davanti al bimbo, gli diede una goccia di questo nettare, e il bimbo, solo sentendo il nettare, iniziò a ritornare in sé e si riprese.
Questo tipo di guarigione che riguardò il bimbo in quella occasione, ossia il riprendere a vivere malgrado avesse già smesso di respirare, è una delle ragioni per cui è stato riconosciuto come la reincarnazione di Marpa.
In tibetano vi sono due parole diverse per indicare la reincarnazione, una è Yangsi, che riguarda proprio la reincarnazione di un tulku (e che è stato identificato); l’altra, invece, va sotto il nome di Kyewa, e indica la semplice rinascita, vale a dire, la successione delle vite. Rinpoche ha voluto specificare che non era Yangsi, quindi non era rinato in quel modo, ma era la successione di vite, cioè faceva parte della successione di vite, Kyerab( che sta ad indicare proprio la successione di vite), quindi la discendenza da Marpa.
Perché diciamo questo? (ci spiega Rinpoche) Perché il fatto di esser riuscito a tornare in vita quando aveva già perso la facoltà di respirare, quando cioè era già giunto in punto di morte, dimostra che lui avesse i poteri, a soli quattro anni ,che vengono chiamati in tibetano Powa Drongjug (cioè, il traferire la coscienza in un cadavere), che di fatto è il Powa, il trasferire la mente da un corpo in un altro. E Drongjug significa proprio entrare in un cadavere ed è uno dei sei yoga di Naropa.
Ora, Marpa aveva il potere della pratica del Powa Drongjug, vale a dire il potere di trasferire il proprio continuum mentale in un cadavere, e quel bambino di soli quattro anni, che ancora non si chiamava Serkong Rinpoche, ma che poi verrà chiamato così, dimostrò di avere un tale potere. Questa è una ragione per cui lo si considerò la reincarnazione di Marpa…